parole e musica

mercoledì 16 febbraio 2022

 

Draghi ed il suo gioco nel ruolo da Presidente della BCE...

privatizzare, privatizzare, privatizzare...

La sua privatizzazione speculativa a favore dei 'grandi ricchi'. Spicciole elemosine per i disagiati...


Ecco come salvai i Titoli di Stato e le azioni ad una persona che mi aveva affidato un mandato legalizzato per la gestione dei suoi conti bancari, titoli vari come azioni o obbligazioni presso la sua banca. Questa in seguito divenne una delle quattro banche 'fallite' già in odor di fallimento in quel periodo.

C'era la prevalenza a furor di intermediari bancari e della stessa direzione di vendere il più e presto possibile in favore del quantitative easing dicasi BCE, dicasi su disposizioni 'eccellenti' delle istanze dell'allora Presidente Draghi.

Era evidente che le istanze Draghi non tendevano a favorire adeguatamente i clienti delle banche anche perché molti di loro non conoscendo le dinamiche economiche-finanziarie subivano il drogaggio, imbrigliati dentro il soggiogamento del guadagno facile ed immediato. Né favorirono quei clienti che, pur non condividendo, istintivamente, la implicita quasi nascosta manovra di privatizzazione, non avevano una esperienza per reagire contrariamente.

Trasformai le azioni, esistenti, in titoli di stato comprandoli dal parco dei venditori che per entrare nel quantitative easing svendevano. In realtà coloro che vendevano o svendevano sia i Bot che le azioni o le obbligazioni si trovavano con il capitale cash con liquidità immobilizzata. È qua che scatta il gioco del come reinvestire il capitale...ci sono i fondi privati con ottimi interessi... 'consigliavano' direttori, intermediari e promotori finanziari...

Quindi, ecco pronta la 'magica' soluzione di Draghi resa agibile dagli operatori bancari e finanziari: trasformare i capitali da BOT BTP etc, etc... in capitale privato con maggiori rischi o l'acquisto di obbligazioni di Stati stranieri apparentemente più vantaggiose ma nel tempo ingannevoli tipo (bond Argentini).

Non trasformai i BOT esistenti in azioni o fondi privati di investimento ma gli tenni. Anzi ne comprai altri, a prezzo vantaggioso, sia col capitale dei titoli in scadenza sia con la vendita di tutte le azioni ed obbligazioni di Stati esteri che si presentavano rischiosissime. Le azioni le trasformai in Bot comprando i più vantaggiosi da chi vendeva/svendendo per speculare col quantitative easing.

Queste mie scelte non trovavano consenso con gli operatori della banca tanto che il direttore mi convocò per chiedermi il perché delle mie strategie ed il perché non aderissi adeguatamente al quantitative easing. Risposi semplicemente: applico la legge del mercato, la legge della domanda e dell'offerta senza privatizzare. Le privatizzazioni del capitale, esposte alle più bieche speculazioni, possono andare bene ai grandi capitali non ai piccoli e medi risparmiatori. Avendo grandi rischi per la volatizzazione del capitale piccolo e medio meglio salvaguardare i relativi risparmiatori che per la maggior parte, i loro risparmi, sono il frutto di anni ed anni di faticoso lavoro. Non si può giocare con i risparmi della maggior parte dei clienti ignari delle articolazioni economiche-finanziarie-speculative. Si dà il caso che avendo studiato le tecniche bancarie non posso che fare attenzione a scongiurare i rischi alle persone che hanno fiducia nell'incaricarmi la gestione dei loro capitali. E, poi, non mi va di essere corresponsabile delle speculazioni dannose nei confronti dei più inconsapevoli.

Dopo il fallimento della banca, col subentro della nuova a conti fatti la persona mi informò che il suo capitale non subì né perdite, né modifiche. Insomma rimase la stessa quantità di denaro che avevo rimodellata solamente in Titoli di Stato.

Il mio mandato durò soltanto un anno giusto per rimettere un po' di ordine e spiegare alla persona come trattare il capitale in banca.

Sintetizzando, in conclusione, la tattica BCE nel periodo Draghi:

la BCE compra titoli in modo che i venditori, clienti bancari, si trovino col capitale cash costretti a reinvestirlo privatizzandolo con i prodotti rimanenti: azioni, fondi di investimento, obbligazioni Stati esteri spacciati per ottimi ma a forti rischi.

Prodotti, insomma, propagandati per ottenere lauti, facili guadagni immediati. Tutto questo meccanismo, che era prerogativa dei pochi grandi speculatori, viene allargato e fatto calare dall'alto anche sui clienti ignari di regole bancarie. Clienti trattati come merce di grande speculazione per pochi a danno dei più sprovveduti. .